Alla Biennale di Venezia di qualche anno fa un artista africano metteva in scena in alcuni video una sua visione del futuro.
Le immagini che passavano erano buie e i personaggi, semplici pastori e contadini del Mali, parlavano in videoconferenza con i loro cari in tutte le parti del mondo, accedevano a cure mediche negli Stati Uniti e facevano l’amore con le loro mogli a distanza, addirittura l’artista ci mostrava la possibilità di una comunicazione telepatica. Nonostante questo le immagini ci mostravano i maliani circondati dalle loro care cose di sempre: la loro mucca, le loro galline e sullo sfondo la loro casa di fango.
Ritengo che con la sua opera l’artista volesse comunicarci che sebbene la tecnologia e il mondo stiano andando a velocità supersonica le tradizioni e i riti, gli amori e le paure dell’uomo rimangono quelle di sempre.
“Basta, vado via.” si dice e ci si allontana per sempre dall’angusto spazio del paese Italia, dalla possessività della mamma, dalla mancanza di lavoro e di prospettive, dai politici che ci definiscono bamboccioni.
Poi, però, il posto nuovo dove si vive diventa angusto, il fidanzato nuovo ci vuole accanto a lui, magari in Germania “Che fa così freddo.” oppure in Australia “Che è così lontana.”.
Il lavoro forse c’è, ma in fondo non è tutto, e anche sul lavoro certe insicurezze certe disattenzioni o certe intolleranze ritornano. In Australia c’è il difficile rapporto con lo sponsor, in America la competitività paralizza, in Germania sono rigidi, in Cina sembra non esserci spazio per l’individualità .
“E le mie difficoltà , dottoressa gliele devo anche spiegare in inglese” mi dicono i ragazzi e le ragazze che si trovano a fare i conti con le nevrosi e le manie di altri paesi.
E poi tutte le domande che si affollano nella testa.
Mi piace veramente stare qui?Ha senso restare in Australia (Cina, America, Africa) ancora degli anni?Voglio rientrare in Italia?Il mio fidanzato mi raggiungerà mai?
Riusciremo a costruirci una famiglia? lui è a Londra ed io sono in CinaI miei amici più stretti stanno tutti partendo. Ne troverò altri con cui stare altrettanto bene?Cosa ne sarà della mia salute?Cosa fare dopo questa esperienza?Come e dove impostare la seconda parte della mia vita?
Il sociologo Zygmunt Bauman ha parlato di vita liquida, per definire una vita nella quale sembra non ci siano punti fermi; tutto finisce e tutto cambia.
Lontano da casa dove si possono trovare quindi i punti fermi? l’unico luogo che é sempre con noi è la nostra interiorità ed è lì che possiamo trovare delle certezze. Ed è lavorando su di essa attraverso un percorso psicologico che possiamo trovare una nuova energia.
Le crisi, anche quelle che appaiono più gravi possono così finire per diventare un’opportunità per favorire un evoluzione in positivo dei propri problemi.